Ecco l'opera "mistica" del Genio di Alba Adriatica, un cortometraggio homemade che lo vede assoluto protagonista nelle vesti di attore, cameraman, addetto al montaggio e, ovviamente, regista.
Cardelli si ritaglia un ruolo da primo (ed unico) attore: l'angelo del titolo è infatti una statuetta decorativa apparentemente innocua che, sfrattata dalla punta dell'albero di Natale per fare posto ad un banale e pagano puntale, si anima come nei peggiori film horror per vendicarsi dello sciagurato quanto ingenuo protagonista, animata da chissà quale entità maligna.
Nella prima parte del breve cortometraggio il promettente attore-cineasta tinteggia un quadretto natalizio pacifico e rassicurante nel quale il protagonista, un ragazzo dall'aria palesemente rimbombata rimarcata dall'ottimo look pigiama+occhialoni da fesso, è intento a decorare un bell'albero di Natale. L'idillio è però spezzato da un semplice quanto sprezzante gesto: la statuetta viene gettata con noncuranza per far posto al suddetto puntale ed il corto sterza bruscamente su atmosfere ben più inquietanti e, a suo modo, lisergiche.
Colpito da un'inspiegabile malore il protagonista subisce l'atroce vendetta dell'angelo che, dopo aver preso vita in una memorabile sequenza infarcita da inquadrature oniriche e visionarie, gli conficca il puntale direttamente in gola. La scena in cui la telecamera segue la punta dell'albero che spontaneamente si piega fino ad arrivare al collo del giovane proietta lo spettatore verso il finale che è, come spesso accade nella produzione Cardelliana, puramente trash e vede il povero protagonista morire fra atroci (e ridicole) sofferenze tenendosi a fatica alla gola il puntale spezzato e cosparso di ketchup.
Oltre che per il consueto gusto e la lodevole cura nella scelta delle inquadrature degli oggetti, davvero mai fuori posto o prive di significato nel contesto generale della vicenda, Cardelli si distingue in questa sua terza opera anche per l'eccezionale mimica facciale, che lo vede straordinario interprete sia della ebetudine del personaggio che della sua esageratissima morte.
Ottima ancora una volta la scelta delle musiche che unita alla già citata capacità di catturare oggetti, particolari e volti con l'abilità del veterano, conferiscono senza dubbio a questa opera lo status di "Corto d'autore".