Sette colpi dell'assassino

Autori: Marchiño

I ragazzi di Alba Adriatica stanno diventando grandi!
Sempre più bravi, sempre più padroni dei mezzi tecnici a disposizione, Pignotti e Cardelli estraggono l'ennesimo coniglio dal cilindro firmando, il primo alla regia ed il secondo come attore protagonista, un notevolissimo omaggio al torture-porn che sembra tutto fuorché a basso budget. Con a disposizone una vecchia e polverosa soffitta, qualche bottiglia di sciroppo alle fragole, qualche attrezzo agricolo e tanta, tanta inventiva, ecco che i due sfornano davvero un ottimo mediometraggio.
L'attenzione per le inquadrature è quasi maniacale e dimostra come stia maturando bene il talento di questi ragazzi, gli effetti speciali sono ben curati e non lasciano spazio a recriminazioni, inoltre il terribile duo della Cardelli's Production si prende pure il lusso di essere originale nella sceneggiatura, come dimostra il finale, pur ricalcando sapientemente per buona parte del film il canovaccio irrinunciabile del genere.
Alcune trovate sono poi davvero geniali, su tutte il trapano che interrompe il trip mentale del protagonista e le morti multiple dello stesso, sapientemente a metà strada fra il dramma e la demenzialità. La succitata sequenza del trapano è inoltre una vera chicca anche dal punto di vista realizzativo, da non perdere assolutamente! Ma ogni scena riesce ad emergere dalla banalità: per esempio il telefonatissimo flashback che spiega l'origine della folle furia omicida del maniaco gioca alla grande sull'ambigua espressione facciale del babbo (a proposito, un bravo a tutti gli attori non protagonisti), rendendolo ben più che un tributo alla struttura narrativa classica degli slasher.
La regia solida e brillante di Pignotti e la recitazione sempre ben centrata ed accattivante di Cardelli, autore anche del convincente montaggio, rendono Sette colpi dell'assassino un film che si fa gustare, pieno com'è di mai stucchevoli rimandi al cinema horror italico (quello fulciano su tutti) e di piccole perle comiche che non stonano affatto all'interno dello sviluppo del film (le smorfie del Cardelli che si gusta Playboy sono indimenticabili).
Lunga vita alla Cardelli's Production!

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