Breve premessa alla recensione di questa perla del Kung Fu movie. La meravigliosa pellicola è stata direttamente portata da Londra all'evento milanese del Christmas brutto tenutosi nel Dicembre 2005. Ringrazio pertanto l'amico Maxoverdrive che non solo ci ha resi partecipi di questa emozionante visione ma che ha addirittura preparato questa bella recensione.
Il cinema di Hong Kong ha prodotto nel passato (e anche nel presente... in misura minore) molte perle nel genere “martial trash”, basti pensare all’increbile Godfrey Ho, ma poche pellicole, per non dire nessuna, possono essere messe alla pari con Shaolin invincible sticks (I bastoni invincibili di Shaolin), film del 1979 la cui regia è stata “curata” dallo specialista Tso Nam Lee. La folgorante carriera del regista è testimoniata palesemente dal fatto che nel suddetto anno, a chiusura del decennio, è riuscito a sfornare ben SETTE lungometraggi dai titoli atroci: Woman avenger, Mission: kiss and kill, Shanghai massacre, Phantom Kung Fu, The fist the kick and the evil nonché The fist of fury... naturalmente è facile indovinare la qualità di questi indimenticabili lavori!
Tornando al soggetto di questa recensione, Shaolin invincible sticks è un trashione “atipico” soprattutto per la sua costruzione: di solito questo tipo di film comincia bene per poi affogare lentamente nell’abisso dell’autopunizione, invece in questo caso le sequenze da flagellazione cinematografica sono concentrate nei titoli di testa, in una allucinanze sequenza di 5 minuti in cui i protagonisti futuri della vicenda mostrano in una mirabolante introduzione storica l’uso, l'evoluzione e gli stili di combattimento dei bastoni nella cultura della Cina. Per questi lunghi, interminabili, 300 secondi il clone di Bruce Lee, la Chun Lee ante litteram, il forzuto mandrillone e il mitico finto-vecchio zompano, giravoltano, capriolano e abbattono povere comparse utilizzando i temibili bastoni nelle loro più incredibili incarnazioni, dal liquirizione gigante allo snello giunco di bambù ai temibili mini bastoni per terminare col terrificante bastone flessibile modello vibratore, di cui ignoriamo quale effettivo uso possa avere in combattimento. Il tutto naturalmente filmato in una maniera indegna, sfuocato e sovraesposto su una pellicola bucherellata come uno scolapaste, e accompagnato da un punitivo voice over in inglese (ma fortunatamente sottotitolato in italiano dagli amici del forum) che narra l'interensantissima genesi dell'arte cinese del bastone.
Al termine di questo delirio autopunitivo comincia il film vero e proprio che verte sostanzialmente sulla storia di un gruppetto di tre supercattivi virtuosi dell’Arte del Bastone che senza alcuna ragione plausibile ha deciso di distruggere qualsiasi altra scuola di arti marziali che insegna l’utilizzo di questa temibile arma: la prima vera sequenza del film si apre proprio con l’irruzione dei due temibili manigoldi (vestiti in una maniera al-lu-ci-nan-te! Delle specie di rockstar della Cine feudale) in una di queste scuole, dove riescono a mettere a ferro e fuoco l’edificio e a giustiziare a colpi di bastonate e acrobazie varie tutti gli occupanti tranne il Maestro, che riesce a tenere testa. Solo allora il loro Temibile Capo, un assurdo Chang Yi travestito da vecchio tramite applicazione di cottonfioc alle sopracciglia, finti baffi bianchi e un’incredbile parrucca bianca completa di codino lungo fino al fondoschiena, decide di entrare nel combattimento con un balzo dal tetto dell’edificio per poi cimentarsi in quello che lo spettatore imparerà a conoscere come il Rituale del Precombattimento del Maestro Liu Tai Yeh: lo sgancio del mantello (da consegnarsi a uno dei due servetti) e dall’assemblamento del prezioso bastone decorato in oro, con cui il malvagio vecchiaccio è in grado di provocare terribili escoriazioni più simili a pustole post-radiazione che a ferite da percussione. In effetti il temibile Liu Tai Yeh liquida in breve tutti i suoi avversari nel paese fino ad arrivare al suo ultimo obiettivo, la rinomata famiglia Chan, che da generazioni e generazioni coltiva la propria tecnica segreta di combattimento a mazzate. Peccato però che il rampollo di questa nobile casata, Chen Ku-yung, si dedichi più a sperperare soldi con le gare di topi e con le donne che alla Nobile Arte, soprattutto dopo la morte del padre, decano della scuola.
Per questo il temibile zio (un beffuto impiegato vestito da Cinese dell’epoca medievale, che però indossa scarpe da ginnastica!) lo sfida a duello per conquistare il Bastone della Casata, e dopo aver sconfitto il nipote prodigo lo caccia da casa per negligenza. Da qui si sviluppa il tipico archetipo del cinema orientale del rinnegato, il viaggio per il recupero dell’onere perso eccetera eccetera, durante il quale il nostro clone di Bruce Lee incontrerà nuovi amici, una sorella dimenticata, subirà la prima sconfitta a opera del Terribile Maestro e intraprenderà poi un lungo periodo di estenuanti allenamenti riuscendo a sconfiggere la sua malefica nemesi in un epico combattimento finale che colminerà con la riconquista del bastone della famiglia Chen.
In poche parole la trama ricalca il solito canovaccio del martial trash di matrice hongkonghiana ma, laddove i gemelli malefici Wu-Ho fallirono miseramente, qui gli autori centrano il bersaglio: combattimenti assurdi ma coreagrafati al meglio, scrolling e pan e scan della regia e soprattutto i tre risibili protagonisti (sono vestiti come dei pagliacci!) riescono ad affascianare sia il fan del trash che il neofita. Il film quindi fa ridere ed è godibilissimo, insomma un vero peccato che sia praticamente irreperibile. Un film senza capo né coda, praticamente un semplice pretesto per mostrare un numero di acrobati tarantolati sullo schermo, capace di intrattenere senza essere punitivo e di strappare sane risate, in una parola CA-PO-LA-VO-RO!
Paese | HKG |
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Attori principali | Don Wong Tao, Kam Kong, Ha Kwong-li |
Genere | Azione |
A chi è consigliato | A chi vuole passare dal trash ninja al martial trash senza scadere nella punizione |
Se ti piace guarda anche | È impossibile che non ti piaccia! |
Reperibilità | nulla! |
Voto |