The power

La locandina (molto lisergica direi!)

di Jeffrey Obrow & Stephen Carpenter (1984)

Autori della recensione: Marchiño

Se qualcuno ancora pensa che non sia possibile fare un film senza trama, The power è il film che lo farà ricredere.
Unico legame fra le scene che lo costituiscono è infatti una piccola statuetta in grado di fornire a chi la possiede il Potere, ma non si spiega cosa sia questo potere, né perché questa statuetta ne sia depositaria, né perché questo potere sia assolutamente incontrollabile e del tutto malvagio. La sequenza degli eventi del tutto casuale, poi, non aiuta certo a dare senso compiuto alla vicenda, che sta in piedi solo per il fatto che la statuetta passa di mano in mano ai pochi personaggi che animano questa pellicola.
Nonostante tutto però il lungometraggio risulta abbastanza godibile, ravvivato com'è dalle scene in cui il potere occulto della statuetta si manifesta in tutta la sua (trashosissima) forza, portando il possessore a comportamenti inspiegabilmente violenti o semplicemente mettendo a soqquadro intere abitazioni.
L'incipit dichiara immediatamente la follia e l'approssimazione che permeano la sceneggiatura, deliziando lo spettatore con l'incredibile morte di un sadico professore illuso di poter controllare a suo piacimento il potere: la levitazione con fumoso effetto tornado che porta il vecchio ad infilzarsi nell'asta di una bandiera è genialmente ridicola.
Ma è certamente la progressiva metamorfosi del protagonista maschile a regalare le gioe più grandi: egli infatti, da eroe positivo, riconducibile ad un "Molleggiato" della situazione, diventa sempre più succube della statuetta, lasciandosi andare a crimonosi intenti alimentati dal rancore latente verso la sua compagna. Assolutamente esilaranti sono le malformazioni fisiche che la schiavitù nei confronti del potere provoca nel personaggio, che alla fine del film diventa una specie di zombie gonfio e deformato regalando allo spettatore una vera perla da film di serie Z, rappresentata dalla sequenza della sua morte.
Sarà inoltre divertente per lo spettatore cimentarsi nell'individuare di scena in scena a quale celebrità il protagonista assomigli: fra le altre le somiglianze più spiccate sono quelle con Jocelyn, Prost e John Deacon.
Chiudiamo segnalando il telefonatissimo finale, anche se a discreto contenuto trash, ed il doppiaggio, che per i personaggi che nella versione originale parlano in spagnolo opta per un esilarante ed insensata traduzione italo-castigliana (ascoltare per credere!).

Paese USA
Attori principali Susan Stokey, Warren Lincoln
Genere Horror
A chi è consigliato Per chi non ce la fa a vedere i film di Fulci
Se ti piace guarda anche Un qualsiasi teen-horror made in USA
Reperibilità Bassissima
Voto


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