Il messaggio

di Daniel Scanu (2003)

Autori della recensione: Marchiño

In apertura di recensione è d'obbligo un ringraziamento all'amico Memnone che si è preso la briga di spedirci questo horror amatoriale che altrimenti difficilmente avrebbe trovato spazio su questo sito: tutto lo staff ti sarà eternamente grato!
Passando al film in questione, Il messaggio è un horror di una banalità pazzesca che tocca livelli di autopunizione degni del peggior Jess Franco.
I primi 30 minuti sono da neurolesione totale. Lo spettatore viene infatti sottoposto ad una serie di scene tediosissime nelle quali la somma totale delle parole pronunciate dagli attori non supera il numero di 20, ambientate in vari luoghi della città di Olbia, fallendo miseramente negli obiettivi di creare suspence e dare credibilità alla storia. Particolarmente straniante, però, è la comparsa in scena della bambina immaginaria, che di tanto in tanto appare ai tre protagonosti per pronunciare la mitica battuta "Io vengo dal mare" e sparire subitaneamente, grazie alla telecamera che sposta l'inquadratura per il tempo che basta alla piccola per uscire fuori campo. Nonostante tutti gli sforzi possibili non è umanamente possibile comprendere che connessione abbia la bambina "Io vengo dal mare" con lo strano messaggio crittografato che perseguita i tre ragazzi protagonisti della pellicola. L'unica cosa chiara è che chi riceve il messaggio muore colpito da ingiustificati spasmi soffocanti che i tre giovani attori tentano invano di rendere credibili, ma la ragione ultima del perché ciò accada non è nota, o meglio, forse lo è al regista Daniel Scanu, che si ritaglia la parte del cosidetto mostro (vedere i titoli di coda per credere!). A cadenze più o meno fisse, infatti, viene riproposta in modo ossessivo una sequenza in cui il prode Scanu, al buio ed autoilluminandosi la faccia con una torcia elettrica, si esibisce in grottesche smorfie luciferine accompagnato da un grugnito di sottofondo che assomiglia al rumore di uno scarico parzialmente intasato.
Questa sequenza che si ripete ciclicamente fa il paio con quella delle mani di nero guantate che si lavano al lavandino del bagno di qualcuno (ma di chi?): complessivamente queste due scene coprono, ripetendosi, il 30% della durata della pellicola ma non hanno nessun legame con le vicende visto che i ragazzi muoiono incomprensibilmente da soli.
Avendo costruito un intreccio palesemente assurdo e privo di senso, per il finale il regista è costretto a servirsi dell'escamotage del sogno (ma voi fate sogni con flaskback risalenti a 5 anni prima?) ed ovviamente non ci risparmierà il più banale dei colpi di scena, che potrete "gustarvi" solo se riuscirete a sopportare stoicamente la visione di questo lungometraggio con autentico spirito autopunitivo.
Concludiamo con un plauso alla pulizia delle riprese ed alla scelta del bianco e nero per meglio delineare la dimensione onirica del film (sì, sì...) e con una giusta menzione per la colonna sonora, mai così cacofonica e disturbante nei lavori amatoriali da noi visionati.

Paese ITA
Attori principali Diego, Andrea, Veronica, Micaela, Daniel
Genere Horror
A chi è consigliato Se dovete fare le vacanze a Olbia...
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Reperibilità Inesistente
Voto


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