I predatori di Atlantide

Locandina

di Ruggero Deodato (1983)

Autori della recensione: Marchiño

Tre anni dopo aver stupito il mondo con Cannibal holocaust, Deodato regala la sua migliore perla FilmBruttesca.
Ne I predatori di Atlantide, infatti, il buon Ruggero riesce a miscelare alla perfezione molti dei leit-motiv tipici del cinema di genere dando sfogo a tutta la sua vitalità fracassona senza mai cedere alla tentazione di far prendere al lungometraggio una piega semiseria.
Alla coppia di scavezzacollo bianco-nero che farà la fortuna del ciclo Arma letale, Deodato affianca la classica troupe di scienziati in cerca di civiltà scomparse e contrappone una banda di coloratissimi e pittoreschi bikers post-atomici generando uno scontro epocale che terrà col fiato sospeso lo spettatore fino alla fine del film. Il pretesto ideato per dare vita a questa effervescente sequela di combattimenti è semplicemente geniale: gli scienziati stanno tentando di recuperare un sottomarino atomico da una piattaforma e nel contempo ritrovano una tavoletta con strani simboli. Coinvolgono dunque una archeologa esperta in "dialetti precolombiani" che immediatamente sentenzia che la tavoletta sia la prova inconfutabile dell'esistenza di Atlantide. E, fortunatamente per noi, ha ragione!
Il recupero del sottomarino, infatti, scatena un maremoto gigantesco che spazza via la piattaforma (effetti speciali indescrivibili, dovete vederli!), fa riaffiorare una misteriosa isola protetta da una cupola di plastica e, soprattutto, riporta in vita i cattivissimi bikers che hanno come unico obiettivo dichiarato quello di sterminare gli umani. I sopravvissuti al maremoto vengono tratti in salvo da Mike e Washington, veterani del Vietnam dediti a missioni segrete per il governo: il gruppo finirà naufrago sull'isola dei bikers dando inizio alla lotta per la sopravvivenza.
Avete letto bene: inizio. Perché tutti questi eventi, che altri avrebbero usato per girare almeno tre film diversi, Deodato li condensa magistralmente in 20 minuti, dopodiché abbandona qualsiasi freno inibitorio e dà fuoco alle micce.
La qualità degli scontri a fuoco è vertiginosamente alta: raramente si sono viste comparse così convinte del proprio ruolo e stunt così generosi nel prodigarsi in tuffi spericolati e stilisticamente perfetti. Lo spettatore godrà di una serie interminabile di prodezze: donne e uomini bruciati, mitragliate sparate a caso con mirabolante tuffo del malcapitato che viene colpito nonostante sia coperto da vegetazione fittissima, una testa mozzata ad un biker col classico trucco del filo, una donna che mentre urla si becca una freccia in bocca (il primo piano al pupazzo è LA storia dl cinema), l'inutilissima morte dello scienziato predicatore della non violenza, la divertentissima scena del juke box, cattivi che per morire compiono balzi incredibili (memorabile il tuffo in mare di un biker colpito mentre viaggia a tutta velocità) ed un meraviglioso piano-sequenza nel quale i nostri eroi fuggono a tutta birra su un autobus tallonati da un elicottero dal quale continuano a calarsi sciamannati urlanti che vengono puntalmente impallinati (notare come si veda palesemente il vero pilota dell'elicottero alla guida con tanto di cuffie d'ordinanza).
Nel finale emerge prepotentemente l'ambientazione giungla: mentre tutti i suoi compagni tranne Washington cadono uno ad uno, Mike si mette in cerca della base segreta dove è tenuta prigioniera l'archeologa e, dopo aver eliminato qualche guerrigliero con l'infallibile tecnica della "trappola all'americana", riesce a trovare la base, superare un paio di ridicole stanze-trappola ed a incontrare la donna, che vediamo sparire dentro uno schermo intabarrata come una geisha. Tornato all'elicottero che servirà per la fuga Mike troverà inspiegabilmente l'archeologa al suo interno: un colpo di scena accettato senza battere ciglio (anche perché lei ha una voglia di trombare infinita) che arricchisce di pathos la sconclusionata trama di questo lungometraggio meraviglioso. Meraviglioso come i vestiti, il trucco e le moto tamarrissime dei bikers, guidati da un Bruce Baron che per tutta la durata del film indossa una misteriosa quanto ridicola maschera di teschio trasparente.

Paese ITA-PHI
Attori principali Christopher Connely, Gioia Scola, Ivan Rassimov, Tony King, George Hilton
Genere Azione
A chi è consigliato Un capolavoro da gustaesi dall'inizio alla fine!
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Voto


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