Sanctimony

Locandina

di Uwe Boll (2000)

Autori della recensione: BT_Ettore

Tom Gerrik (Casper Van Dien) è un improbabile affarista che, pur molto giovane, ha avuto dalla vita tutto quanto potesse desiderare: una betoniera di soldi, dei soci servili, una sciocca e bella fidanzata, una segretaria virtuosa del bocchino. Il biondo Van Dien, che potrebbe tirare a campare gaio nel suo megalomane ufficio dove (nessuno, e certo non lui) lavora, preferisce invece uccidere delle persone apparentemente (ed effettivamente) senza alcuna ragione. Sulle sue tracce brancolano nel buio il detective Renart, che colpevolmente frequenterà ben di più la palestra in luogo del corso di investigazione, e la collega Smith, che cogliendo il mostro pressoché in flagranza di reato riscoprirà il desiderio di essere stantuffata brutalmente dal primo maniaco che le capita sottomano.
Pur adducendo spiegazioni puerili di fronte ad un'evidente situazione di colpevolezza, l'ex John Rico di Starship troopers saprà comunque condurre il gioco con i tutori della giustizia ringraziando a dovere l'inettitudine di questi, che si affanneranno chi ad inseguirlo senza capire alcunché chi appunto a cercare di farsi strappare le mutandine, in entrambi i casi con risultati piuttosto scadenti.
Se anche il cercare di farsi trapanare senza secondi fini dall'omicida dovrebbe già essere più che sufficientemente esplicativo dell'imbecillità dei soggetti, sia didascalico per il detective Renart (e per chi, nel bene e soprattutto nel male, intende emularlo) che la "ciliegia" (la sirena removibile delle auto civetta) si monta sul tetto dell'auto, e NON dentro l'abitacolo. Telefonare (come qualsiasi altra attività) potrebbe risultare difficoltoso:

- Pronto, stazione di polizia!
- UAUAUAQuiUAdetectiveUAUAUARenartUAUAUAUAUAUAU!

Opera delirante che trova il suo fulcro in un insensato Van Dien e nei suoi monologhi socio-politici alla frenetica, infruttuosa ricerca di un punto dove andare a parare. L'esaedrico attore regala lampi di classe come nella scena in cui molla al ristorante la propria futura sposa (dopo averla precedentemente stuprata senza proferir parola, abbandonandola gaudente e sbigottita tra le sue lenzuola) intorpidendole il già poco allenato cerebro con un'inondazione di vaneggiamenti in chiave filosofica da biscotto della fortuna.
Impreziosisce il lavoro una citazione latina errata, e reiterata, del protagonista dall'espressione che Orazio avrebbe definito, certo di non sbagliarsi, Aere perennius.
Due chicche: l'artwork del DVD è in assoluto il più vasto ricettacolo di errori grammaticali della storia; ad un certo punto il personaggio di Van Dien piange. Guardatelo ed indovinate dove.

Paese GER-USA
Attori principali Casper Van Dien, Eric Roberts
Genere Azione
A chi è consigliato A chi ama perdersi nei propri deli.. pensieri
Se ti piace guarda anche Seven, Fight club e American psycho contemporaneamente sullo stesso schermo mentre studiate filosofia, economia...
Reperibilità Aleatoria in cassoni
Voto


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