Se uno non lo vede, non ci può credere.
Un tale guazzabuglio di scene inutili e corrosive per la retina di un essere umano non può che essere stato ideato, girato e montato sotto l'effetto di acidi potentissimi.
Il film parte a razzo con una serie di ridicole aggressioni di vampiri assetati di sangue, girate nel buio più totale con l'occhio di bue sparato in faccia agli attori in scena, commentate da una voce fuori campo che comunica, con vivida apprensione, che le cose per i vampiri si stanno mettendo male. Il professor Rynning, infatti, ha scoperto il loro pianeta di origine ed ha messo su una spedizione spaziale per risolvere definitivamente il problema del contagio.
Veniamo dunque improvvisamente catapultati all'interno dell'astronave, in costante collegamento audio-video con la base terrestre, che sembra assomigliare più ad una postazione per telecronisti sportivi. È l'inizio del delirio lisergico: a bordo della loro bella trottola gli astronauti raggiungono uno strano pianeta abbastanza simile alla Terra, che i quattro baldi membri dell'equipaggio possono perlustrare mentre il vecchio professore se ne rimane beato a dare ordini dall'astronave madre mentre neutralizza con sufficienza tutti gli attacchi portati da misteriosi UFO.
Sul pianeta i nostri troveranno di tutto: brontosauri, lucertoloni giganti, uomini aragosta (favolosi!), pelosi nani-pipistrello e tribù di cavernicoli in guerra tra loro, ma soprattutto subiranno le terribili radiazioni sparate dagli UFO che rendono completamente monocromatico il pianeta, variando a piacere il colore ogni dieci minuti per impaurire le rozze popolazioni locali. Nonostante tutti i disagi gli intrepidi riusciranno a scoprire il segreto dei vampiri-UFO, un carburante potentissimo utilizzato per le loro astronavi che sgorga sul pianeta, ed a fuggire prima che tutto quanto esploda mentre il professore, con un'espressione quasi canzonatoria, commenta "è triste vedere un mondo scomparire".
Al Adamson, vero mito del cinema indipendente, dirige questa punitiva pellicola con la tecnica che sarà portata al massimo splendore da Godfrey Ho: unisce scene girate autonomamente ad un film presumibilmente filippino saccheggiando a mani basse anche dal serial UFO per quanto riguarda le parti puramente spaziali. Ma la vera genialata è quella di "ricoprire" il tutto con il massicio uso di devastanti e lesivi filtri colorati inventando la clamorosa scusa delle radiazioni aliene. Lo spettatore quindi subisce un'ora di scene in cui quattro uomini in tuta ed una donna in costume si aggirano in scenari talvolta rosso ruggine, talvolta verde ramarro, talvolta giallo canarino, mentre tribù di selvaggi si prendono a mazzate poiché, come ci spiega la nativa del pianeta che si unisce al gruppetto di Terrestri, c'è una tribù di succhiasangue che è telepaticamente guidata dai vampiri per soggiogare tutte le altre. I restanti venti minuti di pellicola sono occupati, con regolare cadenza, dalle stesse tre o quattro scene degli scontri spaziali con le astronavi aliene, che aumentano non poco lo straniamento dello spettatore già provato fisicamente dai repentini cambi cromatici.
Il classico finale tronco sancisce la fine del budget, la fine del trip e la fine del tormento per i vostri bulbi oculari. Un film che, a suo modo, entra diretto nel mito.
Paese | USA |
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Attori principali | John Carradine, Robert Dix, Vicki Volante, Joey Benson |
Genere | Fantascienza |
A chi è consigliato | Per gli amanti della psichedelia |
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Reperibilità | Si trova in DVD |
Voto |