Los Angeles crack down

Locandina mendace!

di Joseph Merhi (1988)

Autori della recensione: Marchiño

Ma Los Angeles dove? Ma crack down di che?
Con un titolo così uno si immagina epici scontri fra polizia e bande armate nel contesto di una Los Angeles barbaramente messa a ferro e fuoco da un'ondata di violenza inaudita, non un soffertissimo drammone di due adolescenti problematiche che una cocciuta poliziotta tenta di riportare sulla retta via.
E sì che il film comincia anche bene, con uno scontro a fuoco al rallenty nel quale normali pistole fanno due buchi alla volta nei corpi di narcotrafficanti e sbirri, in un profluvio di sangue che sgorga a fontana sottolineato da una colonna sonora psichedelicamente cacofonica.
Poi entra in scena lei, la poliziotta salva-adolescenti, ed il film si addormenta prendendo una piega fortemente patetica intrisa di drammi familiari ed umani scanditi da penosi dialoghi ed inutili scene di vita quotidiana nelle quali gli attori dimostrano tutta la loro inadeguatezza ed il loro imbarazzo.
Il tentativo di tenere su anche una traccia poliziesca, rappresentato dall'indagine condotta completamente a caso dalla poliziotta per cercare di stroncare il narcotraffico di cui era complice una delle due ragazze, è solo un diversivo neanche tanto avvincente, fatta eccezione per quelle scene in cui la coriacea donna dà di matto ed entra nel malfamato bar sede dello spaccio per prendere a mazzate chiunque si trovi all'interno o per compiere la carneficina finale, atto disperato che mette fine all'agonia dello spettatore e chiude il cerchio con l'ingannevole scena iniziale.
La presenza dell'altra ragazza, sedicenne catturata in una retata su un set di film porno clandestini, serve solo per dare vita ad uno dei più insulsi ed incredibili dialoghi mai impressi su pellicola. Come ricompensa alla geniale idea di portarsi a casa le due ragazze per aiutarle, la povera poliziotta becca il marito a letto con l'aspirante porno attrice: invece di scusarsi impolorando pietà per l'ignobile atto commesso l'aitante marito comincia ad accampare scuse patetiche come "è stata sua l'idea di portarmi a letto", "ma io vorrei lavorare con te e tu pensi solo a salvare adolescenti", per poi uscirsene con un geniale tentativo di rigirare la frittata accusandola di "mettere la parola scopare in ogni frase che dici!".
Joseph Merhi confeziona un lungometraggio decisamente punitivo suggellato dalla irritante, e per certi versi criptica, scena finale, nella quale vediamo un nuovo set di film porno dove si abusa degli effetti con i fumogeni.

Paese USA
Attori principali Kita Harrison, Pamela Dixon, Patricia Parks
Genere Altro
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Reperibilità Si trova in DVD
Voto


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