Cosa ci fa Steven Seagal gonfio come un rospo che sventaglia una katana a destra e a manca nel remake povero di 28 giorno dopo?
Come dite? Questo non è il remake di nessun film nel quale un virus muta sereni cittadini in diavoli assetati di sangue? Ah, mi sembrava...
Di tutti i modi in cui poteva sprofondare negli abissi della sua carriera, l'imbolsito Steven Seagal ha scelto il peggiore. Against the dark (titolo originale) è un concentrato di cliché e situazioni tipiche del cinema vampo-virus talmente raffazzonato da non risultare plausibile nemmeno per cinque minuti consecutivi. Ci sono i soliti fortunelli immuni al virus che per sfuggire agli assetati predatori si sono chiusi nel solito luogo indifendibile, in questo caso un enorme ospedale dismesso dopo l'esplosione dell'epidemia, e che per un qualche diavolo di motivo devono uscire dai sotterranei quando sono asserragliati ai piani alti. Chiaramente ogni occasione sarà buona per sparpagliarsi e commettere ingenuità grossolane che arrivano perfino al punto di non seguire la squadra di cacciatori che sta provando a tirarli fuori dai guai. Già, perché si dà il caso che Tao, questo è il nome di Seagal nel film, sia a capo di un gruppo di civili armati fino ai denti che per passare le serate non trova di meglio che fare le ronde anti-contaminati proprio dove l'esercito regolare ha deciso di bonificare l'area usando le maniere forti.
Il risultato di tale sforzo di ingegno sono 90 minuti abbondanti di scene nelle quali dei disgraziati aspiranti attori si aggirano per fatiscenti corridoi eludendo, o perlomeno provandoci, gli assalti degli infettati che hanno sete di sangue e spuntano fuori all'improvviso da ogni dove. Quando va bene c'è in scena Seagal e la sua banda, ed allora il sangue scorre a fiotti, quando va male ci si arrangia con quel che rimane, cioè niente.
E non contribuisce certo a migliorare la riuscita del film la geniale scelta del regista di puntare alla grande su sgommate, accelerazioni repentine e rallenty ingiustificati, rendendo di fatto il più delle volte impossibile la comprensione di quello che accade nelle scene di combattimenti. Fortuna che c'è Seagal, che per tutto il film regala una monoespressione a metà fra l'infastidito ed il convinto: i suoi micidiali colpi a caso di spada, tirati con movenze pachidermiche, sono il piatto forte del film. Peccato che alla fin fine quasi tutti i colpi siano rivolti verso la telecamera, cosicché lo spettatore è costretto ad ipotizzare dove il fendente abbia colpito (e magari anche chi...).
Alla fine, però, nonostante l'inutilità di questo lungometraggio sia tragicamente evidente fin dall'inizio, il caos quasi nonsense a cui si assiste può anche risultare coinvolgente, soprattutto quando si decide di spendere un po' più di soldini (ah, Seagal è anche produttore...) per esplosioni e teste mozzate. Il momento imperdibile è quello in cui si intuisce che Tao, con arroganza estrema, affonda la sua spada di punta nel cranio di un contaminato.
Meglio comunque per la gioia di tutti che Seagal torni, sempre se ce la fa, a film a lui più congeniali.
Paese | USA |
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Attori principali | Steven Seagal, Linden Ashby, Skye Bennett, Jeff Chase |
Genere | Horror |
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Reperibilità | Ampiamente disponibile in DVD |
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