Zarkorr! The invader

di Aaron Osborne (1996)

Autori della recensione: Marchiño

Colpito da un'insana smania di emulare i fasti del cinema mostro-catastrofico nipponico, Aaron Osborne, uomo che evidentemente non teme vergogna, decide di girare nell'Anno Domini 1996 un film con un mostrone di gomma che schiaccia i modellini e tira fulmini dagli occhi.
Cosa il buon Osborne si sia fumato non si sa, fatto sta che la pellicola si apre con la fuoriuscita di Zarkorr da una montagna che sembra essere l'ingresso dell'inferno: il mostrone è un malriuscito mix fra un millepiedi, un tirannosauro ed il minotauro e comincia immediatamente a devastare ogni cosa incontri sul suo cammino.
Nel frattempo un anonimo postino viene visitato da quella che si definisce una "creatura superiore": una gnometta supponente e fastidiosa che si manifesta come la proiezione dell'ideale femminile del malcapitato. La creatura dapprima sconvolge il tizio, già sbalestrato di suo, con alcune rivelazioni sul senso della vita ispirate al più rigoroso ateismo materialista, poi gli rivela che lui è l'uomo medio mondiale e che Zarkorr vuole ucciderlo e che solo lui può fermarlo, inoltre aggiunge che Zarkorr è indistruttibile ma fortunatamente contiene al suo interno il segreto per annientarlo (?). Gli indizi astrusi della nanetta sconvolgono il timido impiegato che decide di diventare uno psicopatico rapendo, senza alcuna ragione accettabile, una paleontologa vista in tv. Le peripezie del duo, cui si aggiunge un poliziotto folgorato sulla via di Damasco (in senso ufologico), coinvolgono poi lo Stephen Hawking degli hackers, che non si sa come individua uno strano oggetto che potrebbe essere utile alla causa. I tre raggiungono il luogo indicato, rubano questa specie di scudo fatto a cappellino fingendosi maldestramente agenti dell'FBI e poi vanno dal mostro che si auto-fulmina di rinterzo con un raggio laser sparato contro lo scudo. I tre diventano eroi nazionali ed il film finisce tra l'incredulità dello spettatore, che intanto si è sorbito una sequela di scene di inutili conversazioni nelle quali il regista tenta maldestramente di introdurre degli elementi comici.
Zarkorr appare pochissimo, probabilmente perché l'uomo all'interno del pupazzone voleva troppi soldi, e si esibisce in noiose devastazioni edilizie (i palazzi poi prendono anche fuoco da soli) fino al momento del quasi-suicidio.
Non si sa come Osborne abbia trovato il coraggio ed i soldi per realizzare un film del genere negli anni '90, ma in qualche modo ci è riuscito e di questo è doveroso rendergliene merito.
Più difficile giustificare la totale assenza di idee: se parti per fare un film del genere non puoi ridurti a fare una specie di recita parrocchiale con attori che pompano il ruolo in maniera patetica e farcirla di pseudo-gag che non fanno ridere nemmeno uno con la paresi... se hai un pupazzone così fagli distruggere tutto per bene, no?

Paese USA
Attori principali Rhys Pugh, Mark Hamilton, Eileen Wesson, Ron Barnes
Genere Mostro
A chi è consigliato Per chi ha nostalgia del Godzilla nipponico
Se ti piace guarda anche Gappa
Reperibilità Disponibile in DVD
Voto


="Zarkorr1"="Zarkorr2"
="Zarkorr3"="Zarkorr4"

Scrivi un commento o leggi cosa dicono di questo film