After death

Locandina

di Clyde Anderson (alias Claudio Fragasso) (1989)

Autori della recensione: Marchiño

Sotto le mentite spoglie di Clyde Anderson, Claudio Fragasso confeziona l’Autopunizione Definitiva.
Seguendo le orme del compare Mattei, Fragasso realizza un film-copia del celeberrimo (ahah!) Virus riproponendo il tema del contagio-zombie sull’isola tropicale e sfruttando praticamente le stesse tipologie di personaggi: scienziati folli, giornalisti curiosi ed un manipolo di reduci del Vietnam, dei quali uno altamente esagitato (il Santoro della situazione, tra l’altro una delle poche cose da apprezzare è proprio il cameo di Frank Garfield nell’antefatto).
Sospeso a metà fra il film-zombie ed il genere cannibale-foresta, il lungometraggio uccide lo spettatore con il suo pesante incedere pachidermico, aggravato dal fatto che Fragasso propone per tutto il film la stessa scena, cioè il classico assedio di questa sottospecie di zombie-scimmie alla baracca dove sono asserragliati i protagonisti. L’unica cosa che cambia di volta in volta è il numero di sopravvissuti visto che ad ogni assalto almeno uno dei derelitti viene morso e contribuisce ad allargare la truppa di non-morti. I pochi intermezzi si svolgono in una grotta illuminata da ridicole luci da pista da ballo, nella quale si tenta senza successo di porre fine alla maledizione voodoo grazie a delle candele, che i personaggi trovano sempre accese non si sa da chi, e ad un talismano posseduto da una ragazza, scampata 20 anni prima al massacro degli scienziati che avevano provocato la morte degli abitanti dell’isola con i loro esperimenti per sconfiggere la morte e la furia vendicativa del santone voodoo, che nella circostanza aprì “la terza porta dell’inferno”.
La povertà di mezzi è palese: componente splatter nulla, per risparmiare sugli effetti speciali, zombie realizzati pitturando di bianco la faccia delle povere comparse, completamente coperte fino alla testa da un mantello nero che le fa assomigliare a degli scimmioni (tra l’altro alcuni estremamente agili e capaci di fare le mosse del wrestling, altri inspiegabilmente goffi e lenti), sottofondo di versi animaleschi a random intervallati dal tema portante del film “Living after death” per tentare di creare uno straccio di atmosfera.
La pellicola riesce a raggiungere la mezza stella solo con l’inaccettabile finale: gli ultimi sopravvissuti, la ragazza del talismano e uno dei giornalisti, sono impegnati in piena notte in una lotta disperata con una dozzina di zombie, poi senza una spiegazione logica li vediamo dormire sotto un albero a mattina inoltrata, quindi entrano nella grotta delle candele, lei pronuncia una frase senza senso tratta dal “Libro dei morti”, getta il talismano in una buca nel muro (che esplode) e improvvisamente il giornalista viene seccato alle spalle da uno zombie scimmia mentre lei si gira verso la telecamera completamente tumefatta sbavando fanghiglia verde.
Chiudiamo con il bollettino ospedaliero: di cinque persone che hanno assistito alla proiezione uno si è addormentato dopo 10 minuti, un altro si allontanava dalla stanza ogni quarto d’ora, un altro è andato via a metà lamentando un abbassamento di pressione ed un altro ha minacciato di andarsene per tutta la durata del film, riuscendo comunque a resistere fino alla fine.
Punitivo, molto punitivo!

Paese ITA
Attori principali Chick Peyton, Alex McBride, Jim Gaines, Lorenzo Piani, Alan Collins
Genere Horror
A chi è consigliato A chi non ha ancora capito cos'è l'Autopunizione
Se ti piace guarda anche Virus (è uguale ma si ride di più)
Reperibilità Bassissima
Voto


="AfterDeathLoc2"="Afterdeath1"
="AfterDeath3"="AfterDeath6"

Scrivi un commento o leggi cosa dicono di questo film