Zombie lake (Le lac des morts vivants)

Locandina

di Jean Rollin (1981)

Autori della recensione: Marchiño

Il prolifico tema degli zombi nazisti ha dato il suo frutto anche in quel di Francia.
In un paesino della campagna francese, a pochi anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, efferati omicidi vengono compiuti ai danni di giovani donne che si avvicinano incautamente al "lago maledetto dei maledetti" (così lo chiama il sindaco), situato in prossimità della casa-maniero del primo cittadino. A compiere la mattanza è un gruppo di non-morti in divisa da soldato Tedesco: essi erano nazisti trucidati dalla Resistenza, che aveva nascosto i cadaveri nel lago. Dopo che molte ingenue e disinibite ragazze (le scene di nudo, a volte a carattere quasi ginecologico, non si contano) perderanno la vita, gli abitanti riusciranno a liberarsi del gruppo di assatanati non-morti sfruttando cinicamente l'amore paterno di uno di essi, che ritrova la figlioletta avuta prima di morire da una ragazza del paese.
Il solo fatto di aver pensato che uno degli zombi possa andare a cercare post-mortem la figlia e che la protegga con tanto di scazzottata con un altro zombie (episodio forse del tutto inedito nella storia del cinema) è il sintomo del delirio che ha animato il regista di questo FilmBrutto DOC. Il senso del ridicolo che permea la pellicola è dovuto in gran parte alle molte scene subacquee, vero piatto forte del film: oltre al fatto che esse sono state palesemente girate in una piscina in cui è stata buttata qualche foglia qua e là per tentare pateticamente un misero raccordo ambientale con il sudicio laghetto, lo spettatore potrà anche godere degli spasmi dei poveri attori, portati al limite dell'apnea per rendere più avvincenti le scene di emersione dal lago.
Ma non basta, perché gli zombie di questo film sono probabilmente i più ridicoli mai apparsi su celluloide: faccia dipinta di verde, trucco che stinge di continuo macchiando la pelle delle vittime, espressioni facciali imbarazzanti, movimenti goffissimi ed impacciati che sono la metafora tangibile della lentezza disarmante di questa pellicola.
La ripetitività del film è fortunatamente spezzata da alcune scene madri, come quella dell'aggressione di gruppo ad una squadra di basket femminile in gita al laghetto o quella del colloquio fra il sindaco ed una inutile giornalista, nella quale una delle luci di scena si spenge per poi riaccendersi qualche istante dopo, dando vita ad un macroscopico effetto luce-ombra-luce clamoroso. Notevole è anche l'irruzione degli arrapatissimi zombie (mirano solo alle donne!) nel bar del paese, in cui l'assurdità dei loro movimenti raggiunge l'apice del ridicolo.
Sfiniti dall'incedere pachidermico del film si arriva con sofferenza al catartico finale, con gli zombie messi in trappola e bruciati con un lanciafiamme (la giornalista aveva suggerito addirittura di usare il napalm, come se un qualunque cittadino potesse procurarselo liberamente). Il fatto che sia la figlia dello zombie buono ad innescare la trappola, pur ricambiando lo zombesco amore paterno, è una nota sentimental-patetica decisamente innovativa che sicuramente sarà apprezzata dagli spettatori meno ortodossi.
È pesante, ma è da vedere!

Paese FRA-SPA
Attori principali Howard Vernon, Pierre-marie Escourrou, Anouchka
Genere Horror
A chi è consigliato Per zombi-maniaci
Se ti piace guarda anche Oasis of the zombies
Reperibilità Bassa
Voto


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