Vista la mancanza di un film che riuscisse a contaminare il genere zombie con suggestioni nazi-militariste, lo Spagnolo Jesus Franco tenta di ovviare a questa lacuna incastonando la sua opera nel fecondo filone trash zombie anni ’80, regalandoci una visione decisamente autopunitiva.
La storia narra le vicende di un gruppo di giovani che decidono di ritrovare il tesoro nazista che, secondo la leggenda, Rommel ha sepolto nel deserto prima della fine della seconda guerra mondiale. La leggenda vuole inoltre che l'oasi in cui si cela la ricchezza sia protetta da orde di morti viventi che un tempo erano gli stessi soldati dell'esercito Tedesco. Sfortunatamente la storia è vera e gli zombi mieteranno molte vittime portandosi il tesoro segreto nelle sabbie con loro.
La realizzazione degli zombie è penosa e affidata a mascheroni di cartapesta rubati dai capannoni dove vengono costruiti i carri del carnevale di Viareggio.
Tra il pietoso e il ridicolo le scene in cui l’alternanza tra il giorno e la notte viene ottenuta con un patetico artifizio che riducendo la luminosità delle scene rischia di danneggiare irreparabilmente il nervo ottico dello spettatore.
Per quanto concerne la recitazione basti dire che nel film i cammelli recitano meglio degli attori, attori che sembrano stanchi e consci dello scempio cinematografico che stanno realizzando. Degno di nota è sicuramente l’audio presente nel lungometraggio: i versi degli zombie assomigliano a dei grugniti di cinghiale, il tutto condito con un sottofondo di suoni analogici stile primi Pink Floyd, capace di mettere a dura prova le vostre capacità uditive.
L’assoluta importanza di questo titolo è però da attribuire senza alcun dubbio alla scena madre del film: l’attore che interpreta il rozzo gerarca nazista, un tempo capo dei soldati che hanno nascosto il tesoro, nel muovere una gamba per salire sulla jeep molla un involontario e inconfondibile peto, scatenando l’ilarità e lo sdegno degli altri attori che a stento mascherano le loro risa.
Sebbene possa sembrare impossibile che la scena non sia stata girata di nuovo, l’audace cinefilo dovrà arrendersi all’evidenza: oltre a presentare attori che cambiano incomprensibilmente i vestiti da una scena all’altra, Jesus Franco ha immortalato la prima scoreggia involontaria della storia del cinema.
Oltre alla scena del peto gli unici piani sequenza che emergono dalla noia generale sono quelli della “battaglia” fra Nazisti e alleati, in cui i primi sono vestiti con le divise che nella realtà spetterebbero ai secondi, che invece sono vestiti da turisti anni ’60: esilaranti le ginniche capriole che coraggiosi stuntman ci regalano dimostrando una coordinazione circense assolutamente fuori luogo.
Conclude la sofferta pellicola una scena ai confini della psichedelia, con tanto di fiamme inesauribili che spuntano dalla sabbia, riprese di contorno assolutamente estrinseche al contesto e zombie che si accaniscono goffamente sui poveri malcapitati.
In sintesi: date un'occhiata all'epica fotografia, un’ascoltatina al sonoro e poi spostate il VHS al minuto ’48: gustatevi con gli amici la scena del peto e lasciate perdere il resto.
Paese | SPA |
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Attori principali | Manuel Gelin, France Jordan, Jeffrey Montgomery |
Genere | Horror |
A chi è consigliato | Ai fanatici del genere zombi e delle sue contaminazioni |
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Reperibilità | Bassissima |
Voto |