Quella villa accanto al cimitero

Locandina

di Lucio Fulci (1981)

Autori della recensione: Marchiño

Fulci non perdona. Mai.
Ed a pagarne le conseguenze è spesso la povera Katherine MacColl, che stavolta viene portata suo malgrado in una villa sperduta in un bosco dal marito, un professore che sta indagando sulle cause del misterioso suicidio di un esimio collega. La minaccia costituita dalla villa viene svelata sotto forma di apparizione paranormale: infatti il piccolo figlio della coppia, un bambino con un casco di capelli d'oro ed un viso tondo tondo che lo fanno somigliare, ahimé, a Topo Gigio, ha il privilegio di vedere la piccola Mary, che gli sconsiglia accoratamente il trasferimento. Ma ovviamente è tutto inutile: la razionalità degli adulti prevarica ancora una volta l'ingenuità dell'infanzia. E per la famigliola sarà la fine.
Nella cantina della villa si aggira un mostro assetato di sangue: è ciò che resta del dottor Freudstein, uno scienziato pazzo che in vita aveva compiuto molti esperimenti su cavie umane e che adesso è creduto sepolto nel piccolo cimitero di famiglia adiacente la villa. Malgrado molti segnali inquietanti, fra cui la scoperta di una tomba nel salone, il professore insiste per rimanere: quando scoprirà, in maniera tra l'altro del tutto incomprensibile, la verità sulla morte del collega e sugli esperimenti di Freudstein, sarà troppo tardi ed anche lui cadrà vittima della sete di sangue del non-morto nel tentativo di salvare moglie e figlioletto.
Lo spettatore assisterà a questa tragedia con estrema sofferenza: trattandosi di Fulci sappiamo bene che il ritmo non decolla mai, e se aggiungiamo che le azioni compiute dai personaggi risultano spesso incomprensibili e prive di logica ecco che l'autopunizione fulciana è servita, condita con i soliti intensi primi piani che vorrebbero imprimere drammaticità stonando però col ridicolo delle situazioni rappresentate.
Fortunatamente non mancano le scene potenti che almeno danno un po' di respiro a chi deciderà di sorbirsi questo lungometraggio: decisamente notevole è la morte dell'agente immobiliare, che rimane incastrata con una gamba (finta) nella tomba del salotto e viene finita dal mostro in un bagno di sangue memorabile. Da ricordare è sicuramente anche l'interminabile piano sequenza del pipistrello che morde alla mano il professore: il malcapitato riesce ad uccidere la povera bestiola solo dopo un'ottantina di forbiciate che causano la fuoriuscita di ettolitri di sangue dalla ridicola e fintissima palla di pelo.
Ma sopra tutto e tutti si erge lui, il dottor Freudstein, uno zombie dalla amorfa testa di legno e dalle enormi mani che sembrano braciole sbruciacchiate: la carneficina finale che si svolge nella cantina piena di cadaveri squartati, che fino a quel momento nessuno aveva inspiegabilmente notato, regala più di una emozione. Freudstein, pur muovendosi più lentamente di un bradipo, farà fuori tutti sventrando con le sue possenti mani i deboli corpi umani del cui sangue si serve per sopravvivere. Perfino il piccolo, tra l'altro l'attore più bravo del cast, non sfuggirà dalle grinfie dello zombie di legno, anche se viene metaforicamente “salvato” dalla piccola Mary che ne trasporta l'anima in una dimensione illusoria.
La domanda finale è però d'obbligo: che utilità ha il personaggio della babysitter in tutta la vicenda?

Paese ITA
Attori principali Katherine MacColl, Paolo Malco, Ania Pieroni, Giovanni Frezza, Silvia Collatina, Dagmar Lassander
Genere Horror
A chi è consigliato Per fulciani convinti
Se ti piace guarda anche E tu vivrai nel terrore! L'aldilà
Reperibilità Disponibile in DVD
Voto


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