Robot ninja

Locandina

di J R Bookwalter (1989)

Autori della recensione: Marchiño

No, non è l'ennesimo film truffa di Godfrey Ho.
Robot ninja narra la storia di Leonard, giovane fumettista scontento del modo in cui la sua opera, che narra le nobili gesta di un supereroe, viene adattata per il piccolo schermo.
Dopo un litigio con tutta la troupe della produzione del telefilm Leonard rimane coinvolto in un episodio di violenza: lo stupro e l'omicidio perpetrati da una banda di ridicoli teppisti, capeggiata da una donna, ai danni di una coppietta. Sconvolto dall'accaduto Leonard ritiene di avere una brillante idea: vuole indossare nella realtà i panni della sua creatura, Robot Ninja, per vendicarsi e ripristinare la legalità nella sua città. Grazie all'aiuto di un amico scienziato l'idea di Leonard diventa realtà, ma il giovane capirà ben presto che la vita di un supereroe non è tutta rose e fiori: dovrà macchiarsi di azioni violente crudeli e persone innocenti subiranno le conseguenze della sua vendetta.
Girato nel 1990 all'apice della diffusione dell'Amiga, usato per la grafica i titoli di testa più massacranti che la storia del cinema ricordi, Robot ninja non delude affatto gli amanti del cinema di serie B. La scarna trama, quasi più adatta ad un cortometraggio, viene saggiamente e punitivamente diluita ricorrendo ad un espediente tanto semplice quanto logico: Leonard riuscirà a far fuori i teppisti, che detto per inciso sono degli emeriti caproni imbranati, soltanto uno alla volta, visto che del supereroe ha solo il costume e non i poteri speciali. Lo spettatore rimarrà dunque coinvolto nel dramma esistenziale di Leonard, che dopo una iniziale effimera esaltazione, si ritrova dopo ogni scorribanda sempre più rintontito dagli psicofarmaci e pesto dalle legnate subite, ormai consapevole della strada senza ritorno intrapresa.
Vittima dopo vittima Leonard, che ogni sera sbavando sangue continua a disegnare tavole predicendo gli eventi futuri, riuscirà ad eliminare tutta la banda a prezzo però dell'annichilimento della sua personalità e della sua esistenza, cui porrà termine, ormai ridotto ad un catorcio sanguinolento, sparandosi amaramente in testa.
Pur perdendo mordente scena dopo scena, Robot ninja si fa apprezzare più di una volta per la generosa concessione alla componente splatter: i puntuali squartamenti realizzati con teste di cartone e vernice rosso sangue faranno felici gli spettatori, che apprezzeranno particolarmente anche gli agitati incubi del protagonista, nei quali i teppisti diventano zombi che si sbuzzano per giocherellare con le loro interiora.
Particolarmente brillante è la scena dello stupro nella quale emerge la sontuosa capacità recitativa della vittima femminile (un classico...): le sue movenze da manichino in sincrono con i proiettili che la colpiscono sono indimenticabili così come lo è la prima apparizione di Robot Ninja. Fasciato nel suo ridicolo costume dotato di artigli à la Wolverine, si presenta ai teppisti con una frase perentoria di scuola Norrissiana: “Vi eliminerò da questa Terra!”.
Peccato per la ripetitività e per la piega fin troppo drammatica che prende la vicenda, questo film grazie alla recitazione vergognosa di tutti gli attori ed all'approssimazione con cui molte scene sono state girate poteva entrare nell'olimpo dei b-movie!

Paese USA
Attori principali Michael Todd, Bogdan Pecic, Maria Markovic
Genere Azione
A chi è consigliato Per i delusi da I fantastici 4
Se ti piace guarda anche Chuck Norris: lui non ha bisogno di travestimenti e non ha rimosri se ammazza per sbaglio qualcuno
Reperibilità Bassissima
Voto


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