Il paese del sesso selvaggio

Locandina

di Umberto Lenzi (1972)

Autori della recensione: Marchiño

Mai, forse, nella storia del cinema un film dal titolo così mendace è stato così seminale.
In questo mitico lungometraggio dell'altrettanto mitico Umberto Lenzi, infatti, di sesso selvaggio se ne vede poco. Quindi, brutti sporcaccioni, se pensate di assistere ad avventure erotiche ambientate in un paese fiabesco nel quale splendide fanciulle si concedono con lascivia al primo che passa, avete sbagliato film!
Si narra qui invece la vicenda di un fotografo che si lancia in uno spericolato reportage nella giungla thailandese, spinto anche dal fatto di aver ucciso in modo ridicolo e senza motivo un tizio in un bar la sera prima (a proposito, ma la bionda che era con lui che fine fa?). Spintosi troppo lontano dalla civiltà, il fotografo viene catturato da una tribù di selvaggi che lo fanno lavorare come un mulo mentre loro si divertono ad organizzare combattimenti di ogni sorta di animale. Il nostro eroe, impersonato da un platinato e convincente Ivan Rassimov, inizialmente subisce desolato ogni sorta di umiliazione ma saprà riscattarsi finendo per diventare un valoroso e rispettato guerriero della tribù. Infatti, dopo aver mangiato il cervello di una scimmia, che subisce la stessa sorte che toccherà a Giovanni Lombardo Radice in Cannibal Ferox, acquisterà coraggio e doti da chirutgo di elite, riuscendo ad uccidere il capo dei guerrieri, a guarire un bambino piantandogli un bacchio nella trachea ed a sopravvivere ad un terribile periodo di iniziazione. Il nostro si integra così tanto fra i selvaggi (a proposito, ma perché alcuni sono vestiti con la T-Shirt?) che troverà l'amore, si farà una famiglia e rinuncerà a tornare nel mondo civilizzato anche dopo che il villaggio andrà quasi del tutto distrutto.
Il film, di per sé un po' noioso e potenzialmente a rischio dimenticatoio, contiene in realtà il seme di tutti quelli che saranno gli elementi portanti del cannibal-movie: sequenze di violenza gratuita e torture su animali, stupri perpetrati ai danni di donne inermi, fascinazione dell'uomo Occidentale nei confronti delle tribù di selvaggi e soprattutto scene di cannibalismo.
È proprio la pur breve scena nella quale i selvaggi della tribù nemica sono sorpresi a consumare il fiero pasto ad aver acceso la scintilla che ha alimentato un genere che ha poi toccato vette altissime con Cannibal holocaust di Deodato od il già citato Cannibal Ferox dello stesso Lenzi.
La fondamentale valenza di questo titolo giustifica appieno la punizione inflitta.

Paese ITA
Attori principali Ivan Rassimov, Me Me Lay, Pratitsak Singhara, Ong Ard
Genere Horror
A chi è consigliato Un film fondamentale: il genere cannibale parte da qui!
Se ti piace guarda anche Cannibal Ferox, Mangiati vivi
Reperibilità Ora disponibile anche in DVD
Voto


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