Ovvero "1000 modi per morire a casa propria".
Più che proporre un film horror il buon Simonelli sembra voler illustrare a scopo educativo tutte le disgrazie che possono capitare se si abita in un casolare di campagna: il lungometraggio, infatti, si regge soltanto su grotteschi incidenti domestici diluiti in 90 minuti di noiosa e sterile indagine poliziesca.
Ma partiamo dall'inizio.
Due bambini, a quanto sembra figli di nessuno, vengono rapiti da una losca quanto improbabile gang criminale dedita al traffico di organi. Una volta eseguito un magistrale "trapianto di lampredotto", per farsi un'idea vedasi le interiora dei bambini messe all'interno di una vasca per pesci rossi, i bambini vengono seppelliti. Dopo una resurrezione "in trasparenza" i fratellini, pervasi da un'insaziabile sete di vendetta ben espressa dalla tonicità della loro espressione facciale, uccideranno, senza faticare granché, tutti i loro malvagi aguzzini. È sufficiente infatti che i due appaiano canticchiando un'odiosa canzoncina e sgranando i loro occhi cerchiati di sangue, pessimo effetto speciale che costituisce il vero tormentone della pellicola, che la vittima di turno sia colta da un attacco di insensato terrore e muoia nel modo più ridicolo possibile.
Gusteremo dunque: un uomo che, non riuscendo più ad alzarsi in piedi, viene falciato da una mietitrebbia (il quarto di bue che ne rimane è da antologia!), una donna che camminando all'indietro cade in piscina ed annega, un altro decerebrato che fuggendo cade in un letamaio e vi sprofonda come nelle sabbie mobili, una donna ustionata al volto per via di una doccia un tantinello a bollore, una vecchia che indietreggiando riesce a trapassarsi il cranio contro un gancio appeso al muro, due furbacchioni che lasciano cadere una torcia su un pagliaio ed invece di fuggire rimangono lì a morire sciolti come se fossero di cera e un panzone che rivolge contro sé stesso (aiutato da un assistente fuori scena) la pistola contro la sua grassa faccia e spara senza pietà.
Il tutto avviene sotto gli occhi di una poliziotta che si è arbitrariamente installata nel casolare e si comporta fin dall'inizio come se avesse già visto la fine del film, rinunciando ad ogni tipo di indagine ed aspettando solamente che i bambini finiscano quello che ormai hanno cominciato. La sua ricerca della verità, però, regala un sussulto trash imperdibile: quando la poliziotta fa riascoltare agli indiziati un nastro audio su cui casualmente è stato immortalato uno dei delitti, scopriremo che il registratore è stato in grado di catturare anche l'inquietante colonna sonora che aveva accompagnato la scena originale!
L'apparizione finale con tanto di sorriso beato dei fratellini che salutano la poliziotta sancisce la fine della tortura per questi poveri ragazzini, costretti a tenere la stessa espressione ebete per tutto il film, e per lo spettatore, che vivrà la successiva scena della de-resurrezione (sempre in trasparenza) come un ritorno alla pace dopo un'ora e mezza di autopunizione.
Paese | ITA |
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Attori principali | Elisabetta Pimenta, Lucia Prato, Paul Müller, Maurice Poli, Ronald Russo |
Genere | Horror |
A chi è consigliato | Diecimila pagine di statistiche sugli incidenti domestici delle casalinghe |
Se ti piace guarda anche | Non aver paura della zia Marta |
Reperibilità | Disponibile in DVD |
Voto |