Invasion of the blood farmers

di Ed Adlum (1972)

Autori della recensione: Marchiño

Ai confini fra la serie Z ed i film fatti per gioco in età adolescenziale si pone Invasion of the blood farmers, uno dei film in assoluto più approssimativi che la sorte ci abbia donato di gustare.
Il soggetto del lungometraggio presenta una coppia di contadini che semina il terrore in una comunità agricolo-forestale uccidendo e dissanguando senza pietà uomini, donne e bestie.
Dietro i due lobotomizzati zappaorti c'è il santone di una setta composta in tutto da cinque persone che si prefigge come scopo quello di riportare in vita una divinità proprio tramite il sangue succhiato con avidità dalle povere vittime. Ma un vecchio scienziato ed il suo fedele aiutante, straziati dal dolore per il dissanguamento del cane di famiglia, riusciranno in maniera abbastanza incomprensibile a sgominare la setta e ad accoppare la rinata divinità (occorre precisare che il film è stato visionato in lingua originale senza sottotitoli, fattore che ha determinato un'accresciuta difficoltà nel seguire gli eventi - ma voi potete gustarvelo con i sottotitoli in italiano grazie agli amici del forum).
Questa perla di povertà cinematografica è stata girata quasi completamente usufruendo di tre set interni: il garage-laboratorio del vecchio, la catapecchia sede della congrega di succhiasangue ed un piccolo bar; e due esterni: il giardino davanti al garage ed uno scorcio di bosco. Detta miserevole perla è caratterizzata da una fotografia allucinante basata su violentissime variazioni cromatiche e di illuminazione che mettono a dura prova la retina dell'incauto spettatore. A tale abisso realizzativo si unisce una pochezza recitativa pareggiata da una sceneggiatura che definire traballante è riduttivo, zeppa com'è di scene francamente inutili e dannatamente noiose.
Ma come dal letame può nascere un bel fiore, ecco che qua e là fanno capolino alcune chicche che faranno la felicità dei FilmBruttisti. Infatti il contadino procacciatore di vittime ha più volte l'occasione di mettersi in (cattiva) luce nelle scene che lo vedono uccidere con colpi goffi e spesso andati a vuoto le sue ignare vittime, regalando anche qualche sana spruzzata di splatter rosso scarlatto (vernice, ovviamente), e proprio il combattimento con il povero cagnolino rappresenta uno degli apici trash della pellicola, con la povera bestiola, o meglio la balla di lana che la rappresenta, lasciata appesa al portico della casa del prof. Degne di nota sono anche le scene che descrivono il meticoloso dreanggio del sangue dalle vittime: i corpi vengono connessi ad una sorta di macchinario raffazzonato alla meno peggio che facendo compiere dei balzi e dei versi esilaranti alle carcasse succhia tutto il prezioso plasma dalle vene.
Soprassediamo sul fulmineo scontro finale fra la setta ed il prof., degno comunque di essere visto, per dare la giusta attenzione al momento in cui uno dei contadini, rispondendo al telefono, scaglia sulla cornetta una specie di fireball, scena che ancora divide gli studiosi di cinema di tutto il mondo sulla sua corretta interpretazione gnoseologica.
In mano ad altri, e con un po' di risorse in più, poteva diventare un capolavoro di FilmBrutto.

Paese USA
Attori principali Norman Kelley, Tanna Hunter, Bruce Detrick
Genere Horror
A chi è consigliato Ai registi amatoriali: è una prova che potete farcela!
Se ti piace guarda anche Gli adoratori della morte
Reperibilità Si trova in DVD nei negozi on-line
Voto


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