The Da Vinci treasure

di Peter Mervis (2006)

Autori della recensione: dal forum: Brunez

Come sempre quando si parla di un lungometraggio della Asylum la fonte è molto evidente, Il codice Da Vinci, ma anche un altro film hollywoodiano che a sua volta sfruttava il fenomeno del libro di Dan Brown, ovvero Il mistero dei templari (da qui due titoli in uno: The Da Vinci Code + National Treasure = The Da Vinci treasure. Matematico, no?). E anche la trama riprende entrambi i film: lo studioso Michael Archer è sulle tracce di un tesoro inestimabile le cui tracce sono state nascoste da Leonardo Da Vinci nelle sue opere e in alcune delle reliquie più famose della cristianità; ad aiutarlo nella sua impresa ci sarà la linguista-antropologa italiana Giulia Pedina, che essendo Italiana ovviamente ha un vescovo come padrino e non sopporta la blasfemia ma poi se ne va in giro con una scollatura vertiginosa (evvai coi luoghi comuni sugli Italiani). A completare il quadro ci sarà un rivale senza scrupoli che metterà sempre i bastoni fra le ruote al nostro e così abbiamo la nostra dose di inseguimenti e scontri, uno di questi anche sul piano superiore di un bus a due piani. Il tutto si svolgerà tra Londra, Torino, Milano e l'Afghanistan, anche se tutta la troupe non si è mai mossa da Los Angeles, e si vede: facendo un po' di attenzione risulta fin troppo evidente che non è plausibile spacciare le strade di L.A. per quelle di Milano o Torino (o anche spacciare il deserto del Nevada per quello afghano), ma quando vengono proposti spezzoni di repertorio del centro di Milano invertendo la pellicola perché si vedano le auto guidare all'inglese (con tanto di scritte al contrario, compreso un cartellone elettorale del centrodestra) si scade platealmente nel ridicolo. Per non parlare poi delle sequenze girate nella basilica torinese, i cui interni sono probabilmente quelli di una chiesa, magari protestante, della west coast, e anche questo risulta alquanto improponibile. Più accettabili risultano le parti del film girate in bluescreen, per esempio quelle nelle quali l'Ultima cena di Leonardo diventa protagonista assoluta, ben realizzate al computer e che possono ingannare facilmente uno spettatore sprovveduto. Per quanto riguarda gli enigmi sono spesso e volentieri ingenui e ripresi dalle due fonti hollywoodiane, come gli occhialetti psichedelici con cui leggere i messaggi nascosti nella Sacra sindone e l'apostolo che nell'Ultima cena indica il soffitto dove c'è un mattone con un messaggio segreto. Decisamente scarso è il finale: inutilmente eclatante e a base di puerili superesplosioni e trappole alla Indiana Jones.
Traiamo le conclusioni: The Da Vinci treasure è un film ridicolo, ma esattamente nella stessa misura de Il codice Da Vinci e de Il mistero dei templari, solo che mentre per questi ultimi si sono spesi capitali e risorse spropositati, per The Da Vinci treasure si è speso infinitamente di meno e di certo non si è superata la settimana di riprese, dovendolo far uscire direttamente per home video poco prima dell'uscita de Il codice Da Vinci nei cinema. Gli effetti speciali saranno fatti con After Effects e invece di girarlo al Louvre lo avranno girato in casa di qualche amico del produttore ma il risultato è praticamente lo stesso.

Paese USA
Attori principali C. Thomas Howell, Lance Henriksen, Nicole Sherwin, Alexis Zibolis
Genere Azione
A chi è consigliato Per i puristi del mockbuster
Se ti piace guarda anche Allan Quatermain and the temple of skulls, una puntata di Voyager
Reperibilità DVD import
Voto


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