Torque - Circuiti di fuoco

La locandina

di Joseph Kahn (2004)

Autori della recensione: Giulio, Marchiño

Per consolidare il filone neotrash/hyperspeed abbiamo scelto questa nuova pellicola made in USA che prova a realizzare un Fast and furious su due ruote, istituzionalizzando la figura del motociclista da pista come contrapposta a quella del biker da Harley, dal quale però riprende lo stile di vita dedito al vagabondaggio.
Fin dalle prime battute del lungometraggio ci è dato capire che esiste una divisione etica tra i velocissimi centauri da corsa, che rappresentano il bene assoluto, ed i tatuatissimi bikers, dediti al narcotraffico, alle risse da strada, alla perversione sessuale e al crimine violento. Il tutto, manco a dirlo, condito dal trionfo del "tamarro DOC" come figura socialmente vincente.
Nella prima metà il film rimane comunque sui binari che si era presumibilmente prefissato, realizzando un'elegia quasi autoironica della vita di espedienti del motociclista, una pubblicità dell'Aprilia desiderosa di posizionarsi sul mercato americano e una celebrazione del gadget ipertecnologico; ma è con la scena del treno che si volta pagina e la pellicola deraglia verso una nuova frontiera di delirio hyperspeed...
Vedremo motociclette da corsa volare e rimbalzare sui vagoni di un treno, sfidarsi a colpi di Kung Fu mediante impatti frontali e colpi di ruote a mezza altezza... attraversare deserti rocciosi come se fossero moto da trial.
A questo punto è necessaria una piccola divagazione: spesso anche davanti ad un FilmBrutto di buon livello ci capita di rimanere delusi dal finale, o quantomeno di non assistere a quel trash-climax dovuto alla impietosa fine del budget o alla voglia di registi e sceneggiatori di farla finita alla svelta, ma fortunatamente questo non è stato il caso di Torque.
Il primo sentore che questa pellicola può dare di più lo abbiamo nella scena del garage: nel varcare la soglia del container il cattivo a bordo dell'Harley compie uno scatto bruciante al limite della smaterializzazione molecolare provocando l'ilarità generale della platea e dando inizio ad uno dei piani-sequenza più clamorosi della storia. Il nostro eroe sale (senza casco) a bordo della "moto più veloce del mondo" e da lì in poi è la regia a degenerare a livelli di nonsenso fisico-gnoseologico: l'effetto della velocità spaventosa del mezzo è reso sfruttando l'effetto iperspazio dell'astronave di Star Trek, un'orgia di fiamme e finestrini che esplodono accompagna l'accelerazione del bolide, l'onda d'urto scaglia le persone a metri di distanza.
Questa recensione non cercherà di spiegare oltre, vi basti sapere che abbiamo pianto dalle risate e rischiato il linciaggio da parte di un gruppo di Rumeni che erano presenti in sala.
In sintesi: imperdibile.

Paese USA
Attori principali Martin Henderson, Monet Mazur, Ice Cube
Genere Azione
A chi è consigliato Agli irriducibili del trash hyperspeed
Se ti piace guarda anche Driven
Reperibilità Altissima
Voto


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