Howling IV

Locandina

di John Hughes (1988)

Autori della recensione: juL, Marchino

Attirati dai mostri deformi esposti sulla copertina noleggiamo questo sicuro Z-movie dal nostro fornitore di fiducia.
Parte la VHS e ci ritroviamo catapultati nell’osceno psicodramma fanciullesco di una scrittrice in crisi creativa, disturbata da incubi ricorrenti che fanno dubitare tutti della sua sanità mentale.
Questa è la banale macrosequenza iniziale alla quale si aggiunge il classico cliché della coppia che si ritira nel luogo sperduto infestato da forze maligne.
Quasi inutile sottolineare che la situazione psichiatrica della donna peggiorerà sempre più, il suo compagno va ripetutamente in bianco e deve subire continuamente i ridicoli racconti e le strambe visioni della moglie che continuamente sente ululati nel vicino bosco e rimane suggestionata da sanguinari racconti permeati di licantropismo casereccio.
Il film prosegue per tre quarti con una ripetizione ossessiva di questi elementi inseriti in scene spesso tronche, nelle quali si passa da un evento all’altro con l’approssimazione di un neofita degli 8mm, il tutto ambientato nella telefonatissima cornice di un paesino sperduto i cui infidi abitanti fin da subito lasciano presagire oscuri segreti.
L’insostenibile noia viene però bruscamente interrotta da un finale pirotecnico: il marito di lei, frustrato dal celibato coatto, cede alle lusinghe di una parastrega anni ’80 e si ritrova traformato in un licantropo-zombi.
Sì, avete capito bene, stiamo parlando di un ibrido fra un classico zombie ed un uomo-lupo. L’importanza di questa pellicola è proprio quella di far comparire in scena, al posto degli attesi licantropi, degli scalcinati zombi mal truccati accompagnati da un branco di lupi mannari, per la cui realizzazione si è ben pensato di attaccare dei potenti led rossi sugli occhi di alcuni cani noleggiati per l’occasione. Questo patetico tentativo di commistione tra zombi e licantropi altro non fa che aumentare lo straniamento dello spettatore superstite allo stordimento iniziale, che assiste ad una sequela di scene senza senso nell’evocativa ambientazione della “torre maledetta”.
Infatti fra la santona che si mette a pregare prima di lasciarsi sbranare, cani che entrano dalla finestra, il marito-zombie che si scioglie dentro una pozzanghera e lo sceriffo, che ci regala un’inattesa soddisfazione trasformandosi senza apparente motivo in un mostro a metà strada fra un Megaborg e Alien per poi strapparsi immediatamente la faccia, intravediamo finalmente uno scopo in questa visione, solo apparentemente autopunitiva.
Sono veri e propri sussulti di psichedelica quelli che ci regala John Hough, ormai, come spesso accade in questo tipo di film, probabilmente alle prese con problemi di budget.
Questa pellicola è dunque una testimonianza di come sia importante, per l’appassionato di film di serie Z, saper soffrire e sopportare la noia più nera per poter assaporare i più reconditi e saporiti frutti che questo genere di film può offrire.

Paese UK
Attori principali Romy Windsor, Michael T. Weiss, Susanne Severeid, Lamya Derval, Antony Hamilton
Genere Horror
A chi è consigliato Ai miscredenti dell'autopunizione
Se ti piace guarda anche Transformer, Troll 2
Reperibilità Bassa
Voto


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