Blastfighter

La locandina

di Lamberto Bava (1984)

Autori della recensione: juL, Marchino

Considerato da Tarantino il miglior film di Lamberto Bava, Blastfighter ci propone una meravigliosa apologia della vendetta personale, tema carissimo al cinema di azione anni ’80.
Sotto il patetico pseudonimo di John Old Jr., Bava dirige senza inibizioni e si destreggia con disarmante disinvoltura tra la caccia all’uomo nella foresta, portata al successo planetario da Rambo, e la classica iconografia Norrissiana del reduce solitario, sudicio ed incazzato. La pellicola racconta le tragiche vicende dell’ex-poliziotto “Tiger” Shark, ritiratosi in una pietosa baracca nella foresta dopo aver scontato dieci anni di galera per aver vendicato l’omicidio della moglie perpetrato da un ambiguo maniaco.
La tranquillità cercata è purtroppo disturbata da una banda di malvagi bracconieri intenta a sterminare la pacifica selvaggina locale per ricavare ingredienti per prodotti afrodisiaci destinati al mercato cinese: lo scontro con tali malfattori innescherà un vortice di violenza in cui sarà risucchiato il povero Tiger che perderà in pochi giorni un caro amico, la figlia appena ritrovata, un cerbiatto addomesticato in 20 minuti, la vettura ed un inutile guardia forestale amica della figlia.
Lo spettatore viene coinvolto come non mai dal susseguirsi di tali tragici eventi ed assiste con entusiasmo e partecipazione quasi fisica, pregustando un telefonatissimo finale catartico nel quale finalmente esploderà la furia vendicativa di Tiger.
Dopo l’omicidio della figlia cade ogni freno psicologico e Tiger da sfigato ecologista si trasforma in un’infallibile macchina di morte. I primi bracconieri cadono sbudellati sotto acrobatici colpi di pugnale ma il climax non è ancora all’apice, Bava dota il suo eroe di un’arma futuristica con la quale celebrare la mattanza: un letale crossover fra un fucile a pompa, un fucile da cecchino ed un lanciagranate RPG, opportunamente dotato di una “telecamera di puntamento” a raggi infrarossi.
Gli ultimi quindici minuti sono assolutamente epici: decine di “nemici” muoiono ustionati, menomati o addirittura disintegrati dal marchingegno diabolico; jeep, elicotteri ed ettari di bosco vengono carbonizzati in uno scenario quasi apocalittico peraltro completamente ignorato dalle inesistenti autorità locali.
Ma “Tiger” non è Chuck Norris e purtroppo il duello finale non ci regala l’annichilimento del boss malvagio, che viene risparmiato in un inspiegabile rigurgito di pietas.
Concludiamo la recensione con il giusto cenno alla colonna sonora che si divide fra ballate di protesta anni ‘60 o ridicoli pezzi country completamente fuori contesto ed incalzanti intermezzi “prog” anni ’70 per le scene di azione.

Paese FRA-ITA
Attori principali Michael Sopkiw, George Eastman, Valerie Blake
Genere Azione
A chi è consigliato Degno dei migliori Chuck Norris
Se ti piace guarda anche Lone wolf McCabe, Dominator, The exterminator
Reperibilità Bassa
Voto


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