Incontri stellari

Locandina (veramente brutta!)

di Greydon Clark (1980)

Autori della recensione: Marchiño

L'ambientazione desertica, come ben sappiamo, va a nozze con la tematica degli alieni in visita sulla Terra.
Stavolta siamo nel Nuovo Messico dove una misteriosa nave aliena plana su di un piccolo villaggio, manifestandosi ad un bambino, una bambina e ad uno strano tizio che vive in una baracca sul monte con il suo cane. Dopo venticinque anni la bimba in questione, ormai diventata una scienziata, torna inconsapevolmente nel paesino per studiare "strani fenomeni elettromagnetici" (cioè una macchia su di una fotografia satellitare) e si farà aiutare nelle sue ricerche dal giovane poliziotto del luogo (sarà mica l'altro bambino dell'apparizione?), che nel frattempo indaga sulle mutilazioni orrende perpetrate ai danni del bestiame di un bifolco ranchero del posto.
Fino a qui la trama si mantiene lineare e comprensibile e ciò non giova affatto al film il cui ritmo rimane abbastanza blando, tuttavia lo spettatore esperto avrà già notato alcuni spunti interessanti che inducono a continuare nella visione. Innanzitutto il regista fa ampio uso di effetti luminosi stroboscopici, che abbinati a piccole sequenze mandate prima a dritto e poi all'inverso generano un piacevole effetto psichedelico che bene caratterizza il potere alieno che si manifesta sui "prescelti". Inoltre le acrobazie del cane pazzo e la pietra dai 25 (più o meno) LED rossi sono solo un piccolo antipasto della follia che caratterizza l'ultima parte del film.
Dopo alcuni piano sequenza che sfiorano il patetico il film comincia ad intridersi di violenza quando il pazzo montanaro (tra l'altro interpretato dall'attore che guarda caso faceva il fantasma irascibile in Ghost) comincia ad accanirsi, dopo le mucche, anche sulle persone, sfregiandole ed uccidendole con la sua arma ustionante: un bastone di luce bianca che sembra una luce al neon ed è capace di sciogliere la carne umana in frazioni di secondo (ben realizzate le ustioni!). Con sempre meno freni inibitori il film si avvia verso il folle epilogo, caratterizzato da furiosi ed incomprensibili inseguimenti che coinvolgono anche agenti federali sbucati da non si sa dove e dalla migliore location del film: la grotta col buco nero dove il montanaro getta pezzi di carne bovina ed umana "perché a Loro servono dei campioni" (?). Il tentativo di dare un senso ultimo al casino creato genera l'ultima scena, nella quale i due protagonisti gettano il pazzo nel buco nero (frames da godere!) per poi entrarvi anch'essi, perché non si sa come hanno capito che loro erano i prescelti dagli alieni. Prescelti per cosa? Sarà una voce fuori campo, con una frase seconda solo a quella che conclude Latitudine Zero, a dare una spiegazione mentre osserviamo l'astronave che si avvia verso lo spazio profondo.

Paese USA
Attori principali Cybill Shepherd, Martin Landau, Raymond Burr
Genere Fantascienza
A chi è consigliato Per UFO fanatici
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Reperibilità Bassa
Voto


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