Il ranger J.J. McQuade (Chuck Norris) si trova questa volta alle prese con dei trafficanti di armi.
Aiutato da un agente federale, un Pellerossa in pensione ed un clone di Poncharello dei Chips affronta il cattivo di turno che questa volta veste i panni di un molleggiato mafioso, immancabilmente esperto di arti marziali.
Un film “completo” dove sono presenti tutte le tematiche più care al nostro attore preferito: i ranger, il karate e le armi (non chiedeteci dove un ranger Texano possa aver imparato il Karate o come possa procurarsi n° 3 bazooka da portarsi dietro su una spalla). Il film offre una carrellata di situazioni tipiche dei film di azione: si va da rapimenti ed agguati, per arrivare a torture e vendette senza mai mancare, in perfetta tradizione Hollywoodiana, di giustificare la vendetta personale.
Chuck supera poi sé stesso nella sfera sentimentale: appena scalfito dagli eventi tragici che coinvolgono famiglia ed amici più cari, dimostrerà tutte le sue capacità linguistiche nella conquista della casalinga repressa di turno (“Senti io... ehm... non intendevo comportarmi come... volevo dire che... Lola... io... scusa...”). Il tutto mantenendo un'emissione di emozioni inferiore all’affetto che nutre per il suo lupo domestico.
Non possiamo non citare, inoltre, il totale disinteresse che il nostro Chuck nutre nei confronti dello sfortunato genero che muore crivellato dai micidiali proiettili calibro 9 della uzi di un guerrigliero Cubano.
Degna di nota la sporcizia che connota il personaggio fin dal principio; messa in risalto volutamente dal regista nelle scene in cui candidi e ben tenuti ranger schivano il contatto con il repellente e polveroso McQuade e la sua motosa macchina, dentro la quale non manca di sbrodolarsi addosso una lattina di birra.
Il lezzume di McQuade ha però la funzione di sviluppare un inconfondibile afrore preistorico che il ranger non disdegna utilizzare come ferormone per attirare a sé la donna bellissima che a metà film incomprensibilmente ritroviamo con il volto oleoso e tumefatto.
Di effetto il furgone con turbo-meccanismo: lo scalcinato veicolo sviluppa potenze incredibili all’accensione del misterioso ingranaggio ed è capace di percorrere il deserto a velocità folli e di uscire da sottoterra. Sì, non ci crederete... ma grazie allo sforzo del ranger alla guida (che patisce come il pilota di Mazinga) il jeeppone emerge da una buca con sopra due metri di terra riversati da un buldozer.
Tra inseguimenti alla Supercar, blitz improvvisati contro eserciti e veicoli in fiamme sotto colpi di fucili di precisione, il film ci delizia con fiamme ed esplosioni in cui barili decollano e lo stesso camion di benzina viene fatto saltare più e più volte per aria nel corso del film.
Da segnalare inoltre una patetica rapprentazione del Messico come paese del terzo mondo in cui compaiono donne deformi, bambini denutriti con le mosche e un simil-barbone putrefatto recante le fattezze dell’”uomo di Similaun”.
Un'epica colonna sonora commenta al meglio le scene migliori.
Semplicemente un capolavoro.
Paese | USA |
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Attori principali | Chuck Norris |
Genere | Azione |
A chi è consigliato | Insostituibile per gli appassionati “Norrissiani” |
Se ti piace guarda anche | Danni collaterali, Karate kid, Delta Force, Invasion U.S.A. |
Reperibilità | Media |
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